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Padova, la fabbrica senza orari l'operaio sceglie quanto lavorare
Started By
Rosa
, 14 Apr 2010 - 22:48:25
Questa discussione ha avuto 7 risposte
#1
Inviato 14 April 2010 - 22:48:25
Interessante
PADOVA - La fabbrica dove non esiste l'orario di lavoro è un rettangolo bianco che compare in fondo a una strada bianca. Si chiama Zf, è un'azienda metalmeccanica, con gli operai in pantaloni blu e maglietta bianca con il logo aziendale che armeggiano in mezzo a un frastuono infernale.
Si trova a Caselle di Selvazzano, alle porte di Padova, è il terminale italiano di una multinazionale tedesca e produce soprattutto ingranaggi per motori marini. Solo che gli operai, 200 su 360 dipendenti, non ci vanno tutti dalle 8 alle 17: la produzione è continua, ma l'orario di ognuno è a sua scelta. L'hanno chiamato "orario a menù" ed è un miracolo che perfino il Politecnico di Milano ha studiato, la realizzazione concreta di un sogno che sembrava irrealizzabile: conciliare il tempo del lavoro con il tempo della vita.
Per non continuare ad affrontare i picchi di lavoro con lo straordinario, azienda e sindacati si sono messi a un tavolo e hanno inventato una soluzione che una ricerca europea indica come esempio da seguire: ogni due mesi i lavoratori compilano una richiesta con le loro preferenze sui tempi di lavoro mentre l'impresa presenta il piano sulle necessità produttive. Un software apposito incrocia le diverse esigenze. Quello che ne esce è l'orario di ognuno. Si può avere un "orario di carico", che significa lavorare di più. Ma si può scegliere anche quello di "scarico", per avere più tempo libero. Il bilancio delle ore si fa a fine anno, tenuto conto che in ogni settimana si dovrebbe lavorare 40 ore. Nella sala del consiglio di fabbrica, sotto un manifesto ormai ingiallito di Luciano Lama, Luca Bettio, delle Rsu, racconta: "Ci abbiamo guadagnato tutti. Abbiamo abolito lo straordinario, strumento in mano ai capetti, e l'abbiamo sostituito con un premio per la flessibilità. Così ognuno può bilanciare la sua vita familiare con quella della fabbrica, e in tempi di asili che chiudono e di anziani da accudire non è poco".
Così c'è chi, come Daniele Olivieri, 30 anni, addetto al montaggio, riesce a gestire un'associazione di volontariato, la Zattera Urbana , che si occupa di integrazione. E chi, come Daniele Agostini, al mattino può accudire i figli, mentre la moglie è al lavoro. Renzo Soranzo, occupato alle "isole di montaggio", racconta di un collega che nel tempo liberato si è laureato in ingegneria. E Gianluca Badoer spiega: "La fabbrica era una gabbia rigidissima, come nella Manchester dell'800, noi siamo riusciti a rompere quel meccanismo e a gestire la flessibilità in modo collettivo e con vantaggio reciproco". L'assenteismo è diminuito, aumentata la puntualità nella consegna, così come i margini di redditività. Marina Piazza, sociologa, sottolinea un altro aspetto virtuoso della rivoluzione Zf: per rendere possibile l'orario a menù, tutti hanno dovuto imparare a fare di tutto, aumentando la professionalità di ciascuno. "È la prova - dice - che non bisogna avere paura a cercare orizzonti più ampi, importante in un periodo in cui si deve immaginare una nuova mappa del welfare". Non è solo l'ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro a suggerire l'urgenza di immaginare un nuovo equilibrio tra vita e lavoro. Eurofound, l'agenzia della Ue per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, conclude nel suo rapporto del 2009 che la flessibilità è uno degli strumenti per rispondere meglio alla crisi. I Paesi più dinamici e competitivi sono quelli che sanno innovare. Iniziando dagli orari di lavoro.
http://www.ilnuovomo...arifabbrica.htm
Connettere internet cuore e cervello prima di scrivere!! (Franangy)
#2
Inviato 15 April 2010 - 07:06:56
Non è che sia una novità !!! Già negli anni '80, quando lavoravo alla A.Tonolli & C. c'era questo sistema di orario.
C'era la flessibilità di orario di ingresso : la mattina, dalle 7,30 alle 9,30 come entrata.
Pausa di pranzo 1 ora e la sera al max alle 20--
Io avevo optato per le 7,30 all'ingresso e l'uscita alle 16,30 con 1 ora di sosta a 1/2 giorno--
Sul fatto di aver abolito lo straordinario, questo non è vero, perchè poi a casa continuavo a sviluppare il progetto che era di mia competenza (sviluppare il progetto: una macchina è formata da diversi blocchi-assiemi- indipendenti uno dall'altro e poi assemblati) in totale lavoravo 12 ore al giorno e a quei tempi, con la "bimba " che cresceva i soldini facevano comodo--restavo più tempo con la Famiglia--
Altri tempi, altra mentalità, e come Azienda molto avanti-- e sindacati fuori dalle OO per volontà di tutti--
Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere
#3
Inviato 15 April 2010 - 11:56:44
c'e' una novita' ancor piu' interessante... sempre ad opera dei tedeschi in Italia... ma nn ricordo la zona...
in pratica non esistono "dipendenti" intesi come tali...
ma persone che devono organizzarsi in gruppi ai quali viene affidato un compito, una produzione ecc... delle quali sono pienamente responsabili...
devono produrre x con qualita' y nel tempo z
orari ecc... nn c'entrano piu'... e nemmeno i "capi" esistono...
solo gruppi distinti e qualche coordinatore...
.
#5
Inviato 15 April 2010 - 15:59:50
Ma Gentile Signora , tu 30 anni fa' non eri ancora in Padania--eri ancora sotto le "sgrinfie" di Ceausescu--magari inquadradata nelle "cravatul rougi"
Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere
#7
Inviato 15 April 2010 - 16:29:13
forse ho scritto male: in italiano suona così: cravatte rosse--erano le formazioni di giovani come c'erano al tempo del fascismo italiano:
i balilla =ragazzini
figli della lupa = giovani
avanguardisti --camicie nere eccetera (forse qualcosa ho sbagliato) ma il concetto era questo--
O tu sei talmente giovane che queste cose non c'erano più
Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere
#8
Inviato 15 April 2010 - 16:55:16
sergio3, su 15-Apr-2010 18:29, dice:
forse ho scritto male: in italiano suona così: cravatte rosse--erano le formazioni di giovani come c'erano al tempo del fascismo italiano:
O tu sei talmente giovane che queste cose non c'erano più
O tu sei talmente giovane che queste cose non c'erano più
e poi, cominciando dalla prima elementare eravamo pionieri
Connettere internet cuore e cervello prima di scrivere!! (Franangy)
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