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Questa discussione ha avuto 28 risposte

#1 Cristal

Cristal

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    Interessi: L'anima di una persona sta nascosta nello sguardo, per questo abbiamo paura di guardarci negli occhi. Jim Morrison

    Medaglie





Inviato 20 March 2010 - 00:48:03


Dato che sono un po' di giorni che questa storia mi gira continuamente nella mente suscitando molta rabbia, vorrei condividerla con voi, magari "da fuori" ci si riesce vedere meglio. Magari qualcosa mi sfugge e non devo avere motivo di provare rabbia.
Nel nostro Centro (per mamme e bambini) abbiamo una nonnina con il suo nipote. La nonnina è molto rispettosa delle regole e delle persone, tranquilla, pacata, dolce. Il nipote, un ragazzetto di 11 anni, senza madre, il padre in carcere e senza alcuna figura di riferimento veramente autorevole accanto a lui che lo guidi e lo sostenga. Lo abbiamo iscritto a scuola. Per tre mesi la nonna lo ha regolarmente accompagnato. Di recente però il ragazzo ha iniziato a rifiutarsi di andare a scuola, senza però riuscire a spiegare cosa fosse accaduto. L'educatrice di riferimento ha anche sentito l'insegnate del ragazzo per sapere se fosse successo qualcosa, ma quest'ultima ne ha parlato abbastanza bene, ammorbidendo parecchio i lati critici del comportamente del ragazzetto. Finchè qualche giorno fa non fanno entrare in classe il minore. Il Preside stesso della scuola ci ha comunicato (rifiutandoci di metterlo per iscritto) che è stato lui a dare l'ordine di proibire al ragazzo di entrare in classe. Il motivo sarebbe: "il ragazzo è stato per errore iscritto nella V invece deve frequentare la IV. Tutte le nostre IV sono piene quindi qui non può più venire." Quindi metti fuori il ragazzo a fine marzo, periodo in cui nessuna altra scuola lo accoglirà, e questo si sa.

Da menzionare che la nonnina non ha documenti (né pds) e che sono rom. Però sappiamo tutti che il diritto allo studio ad un minore va garantito a prescindere dai documenti dei genitori, no? Ora cosa possiamo fare noi? Se chiamiamo le foprze dell'ordine saranno obbligati a denunciare la nonna perchè irregolare. Altrimenti cosa ci resta di fare? Accettare che un ragazzo venga messo fuori dalla scuola solo perchè un bambino che necessita di essere aiutato e quindi implica maggiore impegno delle insegnanti? Perchè è ovvio che il problema non è quello delle classi, se no lo aggiustavano da soli visto che è un errore della scuola...

Cosa si può fare in una situazione del genere? Come tutelare il diritto allo studio di questo minore (nato e cresciuto tra l'altro in Italia), già abbastanza punito nella sua breve vita. Come si fa a non capire che metterlo fuori dalla scuola così significa consegnarlo nelle mani di quella macchina che produce delinquenti?

Ecco, scusate lo sfogo.



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L'anima di una persona sta nascosta nello sguardo, per questo abbiamo paura di guardarci negli occhi. Jim Morrison


#2 sergio3

sergio3

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Inviato 20 March 2010 - 08:09:03


Il Preside si è attenuto alle regole del "decreto sulla sicurezza"-
Quindi non ha nessuna colpa--E' vero che ci sono casi e casi, e tante volte il far rispettare delle regole, è doloroso--
Per usufruire dei servizi, bisogna contribuire al costo di questi e questa terra non è un pozzo di San Patrizio dove si può attingere quando, quanto e come si vuole.
Di questi giorni c'è una sentenza (che è stata una retromarcia, tra l'altro, di quanto sentenziato a suo tempo): Lex, dura Lex, dicevano ai tempi i Tuoi Concittadini.  ( e continuo a ripetere: non ditemi che sono cattivo   :hg (28): )
********************************************
Clandestini, la retromarcia della Cassazione: "Vanno espulsi anche se i figli vanno a scuola"
Il diritto alla sicurezza prevale sul diritto allo studio dei minori.
Gli "ermellini" cancellano la precedente sentenza che evitava il rimpatrio del genitore per il trauma sui ragazzi.

Roma - 
Marcia indietro della Cassazione sull'immigrazione.
Gli stranieri irregolari, con figli minori che studiano in Italia, non possono chiedere di restare nel nostro Paese sostenendo che la loro espulsione provocherebbe un trauma "sentimentale" e un calo nel rendimento scolastico dei figli.
Infatti, secondo il nuovo orientamento della Suprema corte che smentisce una recente sentenza, l’esigenza di garantire la tutela alla legalità delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori.
La sentenza La Cassazione ha respinto il ricorso di un immigrato clandestino albanese, con moglie in attesa della cittadinanza italiana e due figli minori residente a Busto Arsizio, per ottenere l’autorizzazione a restare in Italia in nome del diritto del "sano sviluppo psicofisico" dei suoi bambini che sarebbe stato alterato dall’allontanamento del loro papà.
I supremi giudici gli hanno risposto che è consentito ai clandestini la permanenza in Italia per un periodo di tempo determinato solo in nome di "gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico del minore se determinati da una situazione d’emergenza".
Queste situazioni d’emergenza, però, non sono quelle che hanno una "tendenziale stabilità" come la frequenza della scuola da parte dei minori e il normale processo educativo formativo che sono situazioni di "essenziale normalità".
Sicurezza Se così non fosse, dice la Cassazione, le norme che consentano la permanenza per motivi d’emergenza anche a chi è clandestino, finirebbero con il "legittimare l’inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l’infanzia». Con questa pronuncia, inoltre, i supremi giudici tacciano la precedente decisione della stessa Cassazione che aveva dato il via libera alla permanenza di un papà clandestino, definendola come "riduttiva in quanto orientata alla sola salvaguardia delle esigenze del minore, omettendone l’inquadramento sistematico nel complessivo impianto normativo" della legge sull’immigrazione.  

*******************************************************

E' chiaro che quanto scritto sopra si riferisce ai genitori del bambino, ma visto che se ho  ben capito la mamma non c'è , il padre è in carcere, la nonna fa le veci dei genitori......... la nonnina paga purtroppo le conseguenze, e il bimbo che fine farà ? ritornerà in patria con la nonna ?



Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere


#3 XCXC

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Inviato 20 March 2010 - 10:16:42


Visualizza messaggioCristal, su 20-Mar-2010 00:48, dice:

Il Preside stesso della scuola ci ha comunicato (rifiutandoci di metterlo per iscritto) che è stato lui a dare l'ordine di proibire al ragazzo di entrare in classe. Il motivo sarebbe: "il ragazzo è stato per errore iscritto nella V invece deve frequentare la IV. Tutte le nostre IV sono piene quindi qui non può più venire." Quindi metti fuori il ragazzo a fine marzo, periodo in cui nessuna altra scuola lo accoglirà, e questo si sa.

Da menzionare che la nonnina non ha documenti (né pds) e che sono rom. Però sappiamo tutti che il diritto allo studio ad un minore va garantito a prescindere dai documenti dei genitori, no? Ora cosa possiamo fare noi? Se chiamiamo le foprze dell'ordine saranno obbligati a denunciare la nonna perchè irregolare.

beh a parte il fatto che il Preside nn e' obbligato a mettere per iscritto la sua decisone su vostra richesta... Dovreste fargli arrivare una comunicazione (in copia anche al Provveditore) scritta dalla nonna dove dichiarera' di essere l'affidataria... e chiedera' il motivo dell'allontanamento del bambino... il tutto citando la Legge 241/90 (trasparenza amministrazione pubblica) riservandosi di denunciarlo e di chiedergli i danni materiali (visto che al momento, per non perdere l'anno scolastico, sta prendendo lezioni private.) e morali.

Attenderei non piu' di 10 gg, anche se la Legge ne prevede 30, lo tornerei a trovare e poi il tutto (se nn riprendera' il ragazzino a scuola) lo allegherei ad un esposto alla Procura della Repubblica che potreste presentare anche voi.

Ci sarebbe anche un'alternativa pero'  incaricando un avvocato...

citare in giudizio presso il Tribunale, che in questi casi e' veloce nell'intervento, il Preside affinche' il Giudice emetta un provvedimento adeguato al rientro a scuola.

Per il pds della nonna, non e' escluso che in questa stuazione possa ottenerlo e comunque, fossi in lei, me ne fregherei... delle conseguenze...



.


#4 fabrizio

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Inviato 20 March 2010 - 12:01:27


Ciao, premetto che per dare un'indicazione valida, bisognerebbe conoscere tutti gli interessati (secondo me ovviamente).
Detto questo, io parlerei con il ragazzo e chiederei a lui se vuole o no continuare a frequentare la scuola, perchè se lui non vuole, ritengo inutile e dannoso x lui e gli altri che gli venga imposta la frequenza.
Se invece lui manifestasse il volere di frequentarla, potete fare diverse forme di protesta civile, che so, lo sciopero della frequenza, con la minaccia di rendere pubblica lo situazione, oppure aspettare a far entrare i vostri ragazzi finchè anche lui non è in classe etc.
Ma secondo me, l'importante è capire se lui vuole o no frequentare.



Un fiore nasce e muore, anche se nessuno lo ha notato, ha comunque vissuto intensamente.

#5 Cristal

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Inviato 20 March 2010 - 13:38:39


Visualizza messaggiosergio3, su 20-Mar-2010 08:09, dice:

Il Preside si è attenuto alle regole del "decreto sulla sicurezza"-
Quindi non ha nessuna colpa--E' vero che ci sono casi e casi, e tante volte il far rispettare delle regole, è doloroso--


Secondo me, Sergio, sei andato un po' troppo oltre. Acora nessuno ha sentenziato che devono tornare in patria, e nessuno di loro due è denunciato per clandestinità. Mi domando anche cosa vuol dire il termine Patria in questo caso per un ragazzo nato e cresciuto qui, che non sa nemmeno la lingua del suo paese e che non c'è mai stato lì... Visto che se non sbaglio a 18 anni potrà chiedere la cittadinanza non è da ignorare il fatto che è un potenziale italiano di domani, e allora la sua patria sarà l'Italia.


Visualizza messaggioXCXC, su 20-Mar-2010 10:16, dice:

Ci sarebbe anche un'alternativa pero'  incaricando un avvocato...

citare in giudizio presso il Tribunale, che in questi casi e' veloce nell'intervento, il Preside affinche' il Giudice emetta un provvedimento adeguato al rientro a scuola.

Per il pds della nonna, non e' escluso che in questa stuazione possa ottenerlo e comunque, fossi in lei, me ne fregherei... delle conseguenze...

Forse un avvocato si potrebbe trovare, o almeno avere una consulenza...

Visualizza messaggiofabrizio, su 20-Mar-2010 12:01, dice:


Detto questo, io parlerei con il ragazzo e chiederei a lui se vuole o no continuare a frequentare la scuola, perchè se lui non vuole, ritengo inutile e dannoso x lui e gli altri che gli venga imposta la frequenza.

Prima di iscriverlo a scuola ce lo stava chiedendo tutti i giorni. E' un ragazzo curioso e non è uno a cui si possono imporre più di tanto le cose. Va però sostenuto questo è vero, perchè se ogni giorno ti devi sentir dire dai compagni "zingaro di m***a, allah di m***a", credo che a chiunque passerebbe la voglia di tornarci. Purtroppo quella zona è dei pierini e figli di papà, figurati se sono in grado di accettare uno degli "ultimi" della società (sto generalizzando, è chiaro)!



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#6 sergio3

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Inviato 20 March 2010 - 14:08:02


Visualizza messaggioCristal, su 20-Mar-2010 13:38, dice:

Secondo me, Sergio, sei andato un po' troppo oltre. Acora nessuno ha sentenziato che devono tornare in patria, e nessuno di loro due è denunciato per clandestinità. Mi domando anche cosa vuol dire il termine Patria in questo caso per un ragazzo nato e cresciuto qui, che non sa nemmeno la lingua del suo paese e che non c'è mai stato lì... Visto che se non sbaglio a 18 anni potrà chiedere la cittadinanza non è da ignorare il fatto che è un potenziale italiano di domani, e allora la sua patria sarà l'Italia.



Ma in italia esiste lo "jus sanguinis" e non lo "jus soli", però la può richiedere dopo 18 anni e non oltre il 19 ' anno
Per me il Preside ha voluto proteggersi le spalle, conoscendo la situazione, è pur sempre un "pubblico ufficiale"



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#7 Tota

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Inviato 20 March 2010 - 17:06:50


Visualizza messaggioCristal, su 20-Mar-2010 01:48, dice:

Dato che sono un po' di giorni che questa storia mi gira continuamente nella mente suscitando molta rabbia, vorrei condividerla con voi, magari "da fuori" ci si riesce vedere meglio. Magari qualcosa mi sfugge e non devo avere motivo di provare rabbia.
Nel nostro Centro (per mamme e bambini) abbiamo una nonnina con il suo nipote. La nonnina è molto rispettosa delle regole e delle persone, tranquilla, pacata, dolce. Il nipote, un ragazzetto di 11 anni, senza madre, il padre in carcere e senza alcuna figura di riferimento veramente autorevole accanto a lui che lo guidi e lo sostenga. Lo abbiamo iscritto a scuola. Per tre mesi la nonna lo ha regolarmente accompagnato. Di recente però il ragazzo ha iniziato a rifiutarsi di andare a scuola, senza però riuscire a spiegare cosa fosse accaduto. L'educatrice di riferimento ha anche sentito l'insegnate del ragazzo per sapere se fosse successo qualcosa, ma quest'ultima ne ha parlato abbastanza bene, ammorbidendo parecchio i lati critici del comportamente del ragazzetto. Finchè qualche giorno fa non fanno entrare in classe il minore. Il Preside stesso della scuola ci ha comunicato (rifiutandoci di metterlo per iscritto) che è stato lui a dare l'ordine di proibire al ragazzo di entrare in classe. Il motivo sarebbe: "il ragazzo è stato per errore iscritto nella V invece deve frequentare la IV. Tutte le nostre IV sono piene quindi qui non può più venire." Quindi metti fuori il ragazzo a fine marzo, periodo in cui nessuna altra scuola lo accoglirà, e questo si sa.


Da menzionare che la nonnina non ha documenti (né pds) e che sono rom. Però sappiamo tutti che il diritto allo studio ad un minore va garantito a prescindere dai documenti dei genitori, no? Ora cosa possiamo fare noi? Se chiamiamo le foprze dell'ordine saranno obbligati a denunciare la nonna perchè irregolare. Altrimenti cosa ci resta di fare? Accettare che un ragazzo venga messo fuori dalla scuola solo perchè un bambino che necessita di essere aiutato e quindi implica maggiore impegno delle insegnanti? Perchè è ovvio che il problema non è quello delle classi, se no lo aggiustavano da soli visto che è un errore della scuola...

Cosa si può fare in una situazione del genere? Come tutelare il diritto allo studio di questo minore (nato e cresciuto tra l'altro in Italia), già abbastanza punito nella sua breve vita. Come si fa a non capire che metterlo fuori dalla scuola così significa consegnarlo nelle mani di quella macchina che produce delinquenti?

Ecco, scusate lo sfogo.

Non vi servono gli avvocati, ne denunce e nemmeno continuare trattare con quella scuola. Rivolgetevi ai sindacati della scuola, provate questa strada. Non tutti i presidi, ne le scuole sono uguali. Vedrete che una soluzione ci si troverà. In bocca all'lupo!



QUOTE
Un cuore aperto va oltre l'identità che ognuno di noi si affanna nel voler palesare. Autore Sabrina Bertocchi

#8 Cristal

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Inviato 20 March 2010 - 17:30:07


Visualizza messaggiosergio3, su 20-Mar-2010 14:08, dice:

Ma in italia esiste lo "jus sanguinis" e non lo "jus soli", però la può richiedere dopo 18 anni e non oltre il 19 ' anno
Per me il Preside ha voluto proteggersi le spalle, conoscendo la situazione, è pur sempre un "pubblico ufficiale"

Questo non è vero, per iscrivere un bambino a scuola non viene richiesto il pds dei genitori. Per tre mesi che ha frequentato non c'è stato alcun problema, finchè non è stato il ragazzo a diventare in un certo senso un problema da gestire (problema non documentale intendo)...



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#9 Lavi

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Inviato 20 March 2010 - 18:23:43


Visualizza messaggioCristal, su 20-Mar-2010 00:48, dice:

Accettare che un ragazzo venga messo fuori dalla scuola solo perchè un bambino che necessita di essere aiutato e quindi implica maggiore impegno delle insegnanti? Perchè è ovvio che il problema non è quello delle classi, se no lo aggiustavano da soli visto che è un errore della scuola...


E te pareva se non era colpa delle insegnanti o del cattivissimo Preside...le risorse dello stato italiano non sono infinite


#10 XCXC

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Inviato 20 March 2010 - 18:32:31


Visualizza messaggiofabrizio, su 20-Mar-2010 12:01, dice:

Ciao, premetto che per dare un'indicazione valida, bisognerebbe conoscere tutti gli interessati (secondo me ovviamente).
Detto questo, io parlerei con il ragazzo e chiederei a lui se vuole o no continuare a frequentare la scuola, perchè se lui non vuole, ritengo inutile e dannoso x lui e gli altri che gli venga imposta la frequenza.
Se invece lui manifestasse il volere di frequentarla, potete fare diverse forme di protesta civile, che so, lo sciopero della frequenza, con la minaccia di rendere pubblica lo situazione, oppure aspettare a far entrare i vostri ragazzi finchè anche lui non è in classe etc.
Ma secondo me, l'importante è capire se lui vuole o no frequentare.


ma che c'entra scusa? Prima di tutto se avessi fatto a me la stessa domanda, a 11 anni, ti avre risposto come forse il 90% dei ragazzini... e cioe' che della scuola si puo' fare a meno...

...e poi perche' c'e' un diritto negato e un abuso di potere di quel pirla d'un Preside...



.





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