Rick, su 14-Feb-2010 13:33, dice:
Per quale motivo tutto ciò
dovrebbe passare solo ed esclusivamente
attraverso il concetto di proprietà ?
"avere" "possedere" "fare propri" "non condividere"
non sono ideali imprenditoriali
I fattori produttivi non si comprano , si locano !
Potrei rispondere sbrigativamente con una domanda: Vedi una grande fila di aziende straniere che si contendano terreni da prendere in affitto in Moldova? E' chiaro che la locazione non ha nessuna attrattiva.
Ma vorrei spiegare la cosa argomentando.
L' agricoltura moderna è un' attività come tutte le altre. Richiede tanti fattori: capacità imprenditoriale, strutture, macchinari, investimenti, manodopera e tecnici specializzati, impianti, conoscenza dei mercati, dei consumatori e della concorrenza, aggiornamento tecnico continuo, inventiva, a volte anche marchi e brevetti (Dop, Docg, IGP, Consorzi, tutte cose sconosciute in Moldova), associazionismo, ed anche, ovviamente, le aree dove svolgere l' attività. Ma queste ultime sono soltanto uno dei fattori che servono all' impresa.
C' è un valore "statico" dell' impresa; che è dato da aree, strutture e impianti, e c' è un valore "dinamico", che è quanto quell' impresa riescere a produrre e a vendere in termini di prodotti e servizi.
Se prendi l' esempio di un grande ipermercato. Ci vogliono massicci investimenti per avviarlo. Occorre comprare aree e costruire le strutture, le zone di esposizione e vendita, i magazzini, i parcheggi, le strade, ecc. Eppure tutto questo vale forse meno di un decimo del valore di merci che l' ipermercato riesce a movimentare in un anno. Quindi meno di un duecentesimo di quanto vende in venti anni. In pratica il valore statico è irrisorio rispetto a quello dinamico.
Se invece che nella grande distribuzione, operiamo in agricoltura; le cose non cambiano di molto oggi. Posso pensare di avviare un' azienda agricola molto moderna e d' avanguardia. Ad esempio per produrre, chessò, frutti di bosco per l' industria alimentare. Per fare questo potrebbe bastare pochissimo terreno; magari un solo ettaro; però attrezzatissino, con serre modernissime, impianti per il controllo, laboratorio, impianti per il confezionamento, stoccaggio, spedizione, ecc.
Tutto questo vale già da sè molto più del terreno. Figuriamoci poi il valore dinamico; cioè la quantità di fragole e mirtilli che riesco a vendere in un anno.
Quindi per l' agricoltura moderna il valore del terreno non è poi questo granché. Ma c' è una questione sotto. In tutti i paesi vige un principio che risale al diritto romano e che in parole povere dice: chi è proprietario del terreno è proprietario anche di tutto ciò che vi sorge sopra.
Quindi non si possono fare grossi investimenti su un terreno dove da un momento all' altro il proprietario della terra potrebbe rivendicare la proprietà di tutto quanto.
Gli amministratori di un' azienda devono gestirla con buona capacità, ma anche con prudenza e oculatezza. Devono rendere conto ai proprietari, ai soci o agli investitori, banche, ecc. Investire sul terreno altrui non sarebbe una gestione oculata, perché si rischia di perdere tutto.
Investire significa metterci dei soldi e scommettere sul futuro. Bisogna però anche avere sufficienti garanzie di ritorno dell' investimento. Altrimenti è come buttare i soldi.
Ecco perché la proprietà del terreno è importante. Non si tratta di una volontà di imporre la schiavitù: è solo una forma di garanzia dell' investimento.
Tutto questo è ben chiaro anche ai Moldavi e ai loro governanti, quando si tratta di proprietà private, industriali, commerciali e di servizi.
Per l' agricoltura però hanno un' idea diversa. Legata al solo concetto della proprietà del terreno; il che in realtà è una parte minima di ciò che occorre.
Così si tengono ben stretta la mera proprietà e non ci mettono nulla di tutto il resto.
Il risultato è quello che si vede.
Molte aziende, chiamiamole così, che hanno solo del terreno e nient'altro e poi alcuni ex grandi complessi ridotti allo scatafascio, che non possono produrre nulla di interessante in un' economia moderna. Non c' è un minimo di tecnologia moderna e nemmeno un prodotto di qualità da poter proporre all' estero. Perfino il vino, che sarebbe di suo molto buono, non dà nessuna garanzia di qualità, perché non è prodotto coi criteri di controllo e garanzia richiesti sui mercati internazionali.
Finché i Moldavi continueranno ad avere un' idea così arretrata e misera dell' agricoltura, quella espressa in questo post da Rick e da Vladislav; purtroppo la loro agricoltura dovrà continuare a rimanere arretrata e misera. Non è una questione di condizioni; perché le possibilità ci sono. E' una pura questione di mentalità.