Con il pinguino non si scherza. L’algoritmo di Google (Penguin) è uno dei tanti parametri usati da Big G per classificare siti, pagine e singoli contenuti. È stato creato, alla faccia dell’animale “carino e coccoloso” per dare la caccia ai truffaldini del Seo. E adesso, con l’aggiornamento rilasciato pochi giorni fa, ha affilato le unghie.
Penguin ha un obiettivo: riconoscere e valorizzare un contenuto di qualità. Cioè un testo che risponda il meglio possibile alle esigenze dell’utente. E che sull’utente sia focalizzato. L’algoritmo dovrebbe premiare i contenuti più completi, capaci allo stesso tempo di fornire le informazioni che l’utente ha cercato su Google. Troppo spesso, però, i furbetti del Seo hanno utilizzato in modo innaturale keyword, meta-tag e backlink pur di attirare l’attenzione del motore di ricerca. Che però, nel frattempo, è corso ai ripari. Prima con Panda e poi, appunto, con Penguin. L’algoritmo punta a privilegiare un linguaggio più naturale e a penalizzare i siti che preferiscono imboccare la strada più breve. In pratica Penguin è l’ultima arma che Google usa contro il cosiddetto webspam.
Dopo due anni, Penguin si aggiorna. Brutta notizia per i furbetti. La notizia più importante sta nel fatto che l’algoritmo filtrerà contenuti 24 ore su 24 e aggiornerà la lista dei sommersi e dei salvati in tempo reale. Significa che i buoni (Google li chiama i “good guys”) potranno riscontrare un progresso quasi immediato (guadagnando posizioni) e i cattivi avranno un crollo più repentino. Seconda novità: proprio nell’ottica di pescare i contenuti migliori, Penguin non sparerà più nel mucchio. Sarà, per usare le parole di Google, “più granulare”. Cioè? In caso di webspam, non è detto che verrà penalizzato l’intero sito. L’obiettivo è affossare (o premiare) le singole pagine.
Google ha svelato queste novità ma, con un filo di cinismo, ha tenuto a sottolineare che “Penguin è solo uno dei parametri utilizzati per definire il ranking” di un contenuto. La sfida tra motore di ricerca e Seo specialist continua.