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Perché fare impresa in Svizzera conviene: parola di italiano


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Questa discussione ha avuto 2 risposte

#1 XCXC

XCXC

    TpX2MI

  • Ambasadiani MIra
  • StellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStella
  • Messaggi: 17,634

    Medaglie








Inviato 29 July 2014 - 21:39:28


Perché fare impresa in Svizzera conviene: parola di italiano


Dai pagamenti all'Iva, dalle tasse ai costi aziendali. Un imprenditore italiano, che lavora a Milano, spiega perché converrebbe trasferirsi a Lugano


C'è un imprenditore italiano e uno svizzero... No, non è una barzelletta, è una storia fatta di somiglianze, ma soprattutto di differenze.


Immagine inviata

Quest'ultime ce le spiega, Paolo Federici, titolare di una azienda che si occupa di trasporti e di spedizioni internazionali. Lui lavora a Milano, mentre il collega svolge lo stesso lavoro a Lugano.
Insomma, Federici, vi occupate entrambi di logistica, avete clienti in tutto il mondo, annoverate tra i vostri fornitori Compagnie di navigazione e compagnie aeree, eppure siete diversi...
"O lui è più uguale degli altri...".

In che senso?
"Se un suo cliente non lo paga entro 30 giorni, il Tribunale Svizzero fa partire immediatamente un decreto ingiuntivo così che, al massimo entro un paio di settimane, lui ha incassato i suoi soldi. Se invece un mio cliente non mi paga…".

Lo sappiamo, purtroppo non rimane che aspettare...
"Esatto, ma fosse solo questo..."

Che altro c'è?
"Se lui compra un telefonino, un computer, una stampante, un’auto, registra lo scontrino fiscale in contabilità e quella somma va tra i “costi” aziendali, se invece lo compro io devo chiedere la fattura, pagare con assegno o con carta di credito, passare tutto al commercialista che valuterà quale aliquota sia detraibile e quale no, quanta IVA (che comunque per noi è al 22%, mentre per gli svizzeri è all’8%) possa essere portata a credito, etc etc. Il tutto comporterà una serie di registrazioni contabili complicatissime (e quasi sicuramente sbaglierò, pur in buona fede, dando la possibilità al Fisco di trovarmi in castagna!)".

Poi?
"Lo svizzero fa la dichiarazione IVA trimestralmente. Se è in debito, versa quanto deve versare. Se è in credito, lo Stato gli accredita quella somma immediatamente".

E lei?
"Io faccio la dichiarazione IVA mensilmente. Se sono in debito, verso quanto devo versare. Se sono in credito, devo sperare di andare in debito il mese dopo, così da fare la compensazione. Altrimenti dovrò mettermi il cuore in pace ed aspettare almeno tre anni. E quando saranno passati tre anni, lo Stato Italiano, prima di farmi avere l’accredito, vorrà da me una fideiussione a garanzia (fideiussione che, naturalmente, ha un costo che io pago)".

Capitolo tasse?
"Alla fine dell’anno, lui calcola la differenza tra quanto fatturato ai clienti e quanto pagato ai fornitori e su quella differenza (l’utile) paga le tasse (che in Svizzera non arrivano al 30%). Il mio utile alla fine dell'anno risulterà molto superiore a quello reale e così le tasse (che non dovrebbero superare il 45 per cento) diventeranno di più. I casi in cui si pagano tasse superiori all’utile non sono casi isolati! Se si pagano tasse superiori all’utile “reale”, significa che la tassazione supera il 100%. Se io ho il bilancio in utile “prima delle tasse” e in “perdita” dopo le tasse, i conti fateli voi".

Cosa comporta tutto ciò?
"Che lo svizzero, dopo aver pagato le tasse, avrà somme disponibili da investire per crescere. Io dovrò arrabattarmi per inventarmi qualcosa. Che faccio, me ne vado (a Lugano) continuando a fare onestamente il mio lavoro, oppure devo inventarmi qualche soluzione disonesta per poter continuare ad operare in Italia?".



.


#2 Rudy

Rudy

    MI

  • Ambasadiani MI1-e
  • StellaStella
  • Messaggi: 367

Inviato 30 July 2014 - 08:06:10


Ma i giornalisti la scoprono adesso questa cosa?  Sembrano delle anime candide comparse all' ultimo sulla scena.

Quando facevo io impresa, negli anni 80, 90 e primi del secolo duemilesco, la situazione era ancora molto peggiore di cosí, ma pareva che non gliene fregasse nulla a nessuno. Oltre tutto lavoravo spesso per degli enti pubblici che non pagavano mai.

E le banche che erano tutte sorrisi e disponibilità, nel momento in cui veramente ne avevi bisogno, scoprivi che la loro mission aziendale era strangolare i piccoli imprenditori che lavorano in proprio, onestamente, col proprio impegno, la presenza e il lavoro delle proprie mani.

Tutto perché l' artigiano che lavora in azienda è un individuo molto rischioso e pericoloso, va spremuto fino all ' ultimo  e punito prima ancora che si renda conto di come funziona il sistema. Quelle che invece andavano finanziate a occhi chiusi ed accolte col tappeto rosso, allora erano le aziende serie e solide, come le Cirio e le Parmalat.



e se non piangi, di che pianger suoli?

#3 XCXC

XCXC

    TpX2MI

  • Ambasadiani MIra
  • StellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStella
  • Messaggi: 17,634

    Medaglie








Inviato 30 July 2014 - 18:51:20


...mmm pero' c'e' qualcosa che spesso nn quadra...

per esempio qui in Carinzia hanno mobilitato decine di persone per attrarre i ns imprenditori....

servizi giornalitistici... associazioni di piccoli industriali, artigiani ecc... minacciavano: andiamo in Carinzia!

Peccato che ad oggi pochisismi si sono trasferiti !!! MOTIVO?

Non e' che in Italia ancora si puo' fare quello che in altri Paesi nn si puo' fare?

Nella mia esperienza ho visto imprenditori vincere appalti in Germania...

ebbene....la maggior parte sono tornati a casa bastonati!!! Perche'?

Semplice... perche' andare al NORD significa incontrare persone competenti, incorruttibili, dalla denuncia facile e dove gli appalti son redatti alla virgola...

appalti spesso prestazionali e nn elenchi di materiali come in Italia...

Morale della favola: per andare all'estero (soprattutto nord eu) c'e' bisogno di gente competente adeguandosi alle leggi da RISPETTARE al 100%



.





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