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Vuoi licenziare la colf? Devi versare 1.500 euro per il sussidio di disoccupazione
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XCXC
, 31 Jan 2013 - 19:23:53
Questa discussione ha avuto 1 risposte
#1
Inviato 31 January 2013 - 19:23:53
Vuoi licenziare la colf? Devi versare 1.500 euro per il sussidio di disoccupazione
In tempi di bilanci familiari sempre più difficili da far quadrare, si potrebbe pensare di ridurre le uscite rinunciando all'aiuto di una collaboratrice o un collaboratore domestico. Si perde qualche ora di tempo libero o di sonno, si riprendono in mano stracci e spazzolone, ma in compenso a fine mese ci si ritrova con qualche centinaio di euro in più. Il ragionamento fila, se non fosse che per licenziare la colf si devono sborsare anche 1.451,30 euro.
La novità, arrivata con il 2013, è una conseguenza della legge di riforma del mercato del Lavoro (la 92/2012) che ha introdotto, tra le altre cose, l'Aspi (assicurazione sociale per l'impiego) una nuova forma di tutela economica per chi perde il lavoro. Ebbene, in base a quanto previsto dalla legge, a fronte dell'interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per causa diversa dalle dimissioni (per esempio il licenziamento), il datore di lavoro deve versare all'Inps un'una tantum che serve a finanziare l'Aspi.
L'ammontare di riferimento del contributo è pari a 483,80 euro ogni dodici mesi di anzianità lavorativa presso lo stesso datore di lavoro e va parametrato alla durata effettiva del rapporto, con un massimo di tre annualità. Quindi si può essere chiamati a pagare fino a 1.451,40 euro, indipendentemente dal numero di ore lavorate, perché conta solo la durata del contratto.
Al momento, però, l'Inps non ha fornito indicazioni sulle modalità di versamento (come precisato nella circolare 140 del 2012). Il contributo, insomma, è già in vigore, ma anche volendo non si sa come versarlo.
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#2
Inviato 10 February 2013 - 02:32:40
Nessuna tassa per chi licenzia la colf
Nessuna "tassa" per il licenziamento di colf e badanti impiegate dalle famiglie. Ad assicurarlo è stato il ministero del Lavoro che, dopo aver consultato i suoi tecnici, ha chiarito che il comma 31 dell'articolo 2 della legge 92/2012 si applica "solo alle imprese e non alle famiglie". Niente contributo una tantum per chi vuole interrompere il rapporto con la colf, la baby sitter o la badante, quindi.
Il chiarimento del ministero mette fine alla vicenda che stava preoccupando non poco le famiglie italiane, per le quali il rischio era di dover sborsare fino a 1.450 euro in caso di licenziamento del lavoratore domestico. A sollevare il problema era stata l'associazione Assindatcolf, secondo cui «dal 1° gennaio 2013 il datore di lavoro domestico è sottoposto al finanziamento della nuova indennità di disoccupazione Aspi e mini-Aspi, in tutti i casi di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, indipendenti dalla volontà del lavoratore». L'Assindatcolf aveva quindi chiesto una modifica della norma al ministero, ritenendo troppo pesante la "tassa" per le famiglie. "Non serve alcuna modifica - spiegano dal ministero - perché i nostri tecnici hanno verificato che la misura non si applica alle famiglie, ma solo alle imprese".
Sul Sole 24 Ore di oggi, venerdì 8 febbraio, ulteriori approfondimenti sul tema.
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