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In Russia scarseggia il vino


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Questa discussione ha avuto 13 risposte

#11 bracciodiferro

bracciodiferro

    MI

  • Ambasadiani MI1e
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  • Messaggi: 380

    Medaglie

Inviato 11 November 2006 - 16:48:49


Visualizza messaggiosilvano, su 11-Nov-2006 17:00, dice:

Si, specialmente al Sud del Paese, nelle regioni vicino al fiume Don. Ma avere le zone con il clima adatto per le vignette e l'industria vinicola avviata da secoli - sono le cose ben diverse... Per quando riguarda il Nord del Paese, non vi maturano nemmeno i pomodori, figuriamoci l'uva...

ma no... credo che i loro progetti siano quelli di aiutare la lega nella secessione per poi occupare il territorio... intanto hanno già inviato all'avanscoperta molti loro operai!


#12 XCXC

XCXC

    TpX2MI

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    Medaglie








Inviato 11 November 2006 - 17:01:42


Visualizza messaggiosilvano, su 11-Nov-2006 15:00, dice:

Si, specialmente al Sud del Paese, nelle regioni vicino al fiume Don. Ma avere le zone con il clima adatto per le vignette e l'industria vinicola avviata da secoli - sono le cose ben diverse... Per quando riguarda il Nord del Paese, non vi maturano nemmeno i pomodori, figuriamoci l'uva...

si certo... ma se pensiamo che ormai per fare il vino non servirebbe nemmeno l'uva... :mad:


Visualizza messaggiobracciodiferro, su 11-Nov-2006 16:48, dice:


ma no... credo che i loro progetti siano quelli di aiutare la lega nella secessione per poi occupare il territorio... intanto hanno già inviato all'avanscoperta molti loro operai!

:laugh:  :laugh:  :laugh:



.


#13 Guest_Intense_*

Guest_Intense_*
  • Ospite

Inviato 16 November 2006 - 10:57:05


Putin attacca sul vino


I vini moldovi e georgiani, apprezzati dai grandi della Terra, oggi sono esportati in mezzo mondo e fanno gola agli investitori occidentali
Apprezzati dai grandi della Terra, esportati in mezzo mondo, i rossi georgiani e moldovi fanno gola anche agli investitori internazionali. Ma la Russia li ha banditi. Per motivi politici


Quando la regina Elisabetta II ha assaporato l'inconsueto bouquet del Negru de Purcari, ne è rimasta talmente colpita che ha deciso di far ordinare a Buckingham Palace ogni anno diverse casse del rosso della Moldova meridionale. E quando Stalin voleva rilassarsi dopo una dura giornata al Cremlino non trovava nulla di meglio che aprire una bottiglia di Khvanchkara, un rosso semidolce della natia Georgia.
I vini moldovi e georgiani, apprezzati dai grandi della Terra, oggi sono esportati in mezzo mondo e fanno gola agli investitori occidentali (numerosi gli italiani), eppure stanno vivendo un momento di crisi profonda.
Motivo: la Russia, il loro mercato principale, ha deciso di boicottarli.

Con il pretesto che conterrebbero pesticidi e metalli pesanti, le autorità di Mosca ne hanno vietato le importazioni, dando inizio alla prima guerra del vino. La ragione è politica: dietro il niet di Mosca, è opinione diffusa, si nascondono sanzioni contro la svolta filoccidentale delle due ex repubbliche dell'Urss. «Il vino georgiano è stato punito per la nostra libertà e per le nostre aspirazioni democratiche» ha dichiarato il presidente georgiano Mikhail Saakashvili.

Ai tempi sovietici Moldova e Georgia erano due feudi della potenza moscovita. Ed erano considerati i «vigneti dell'Urss».
In Moldova esiste la più grande cantina-museo del mondo, Cricova: situata 70 metri sotto terra, si estende lungo 120 chilometri di tunnel con volte a botte dove invecchiano 1 milione e mezzo di bottiglie.

Pezzo forte della raccolta, la collezione di Hermann Göring, sequestrata dall'Armata rossa nel '45 a Berlino. Nel '91, le due repubbliche hanno ottenuto l'indipendenza. Nella galassia post-sovietica è mutato tutto, ma non le abitudini alcoliche.
E la Georgia ha continuato a vendere l'80 per cento della sua produzione di vino, principale voce dell'export, alla Russia.
Ancor più dipendente la Moldova, le cui esportazioni (l'86 per cento delle quali finiva in Russia) erano pari al 20 per cento del suo pil. Tutto ciò fino al marzo 2006, quando Mosca ha decretato l'embargo.

Secondo il governo moldovo, è stato un atto di ritorsione contro il regime doganale introdotto il 3 marzo 2006, che impone alle società della Transnistria, repubblica separatista filorussa, di pagare le tasse doganali alla Moldova.
«Il nuovo regime ha di fatto costretto oltre 200 società transnistriane a registrarsi in Moldova e ha portato alla creazione di un organismo della Ue che controlla la frontiera fra Transnistria e Ucraina» spiega Paolo Sartori, ufficiale di collegamento Interpol in Romania e Moldova.
Mossa che, ostacolando i traffici (soprattutto illeciti) di Tiraspol, città guida della Transnistria, ha messo in ginocchio l'economia dell'autoproclamata repubblica, facendo crollare il pil del 15 per cento.
E Mosca, che ha assunto il ruolo di tutore di Tiraspol, ha punito la Moldova bandendo il suo import.

Quanto alla Georgia, le relazioni con Mosca con Chisinau si sono deteriorate a causa della presenza di truppe russe e del sostegno del Cremlino alle regioni separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud.
Il risultato delle sanzioni è stato disastroso: nei primi otto mesi del 2006 l'export della Moldova è crollato del 35,4 per cento.
E il Fondo monetario internazionale ha stimato che in Georgia ridurranno la crescita del pil a meno dell'1 per cento nel 2006-2007.


Panorama.


#14 thejournalist

thejournalist

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  • Messaggi: 602

    Medaglie




Inviato 16 November 2006 - 11:36:29


Visualizza messaggioIntense, su 16-Nov-2006 10:57, dice:

Putin attacca sul vino


I vini moldovi e georgiani, apprezzati dai grandi della Terra, oggi sono esportati in mezzo mondo e fanno gola agli investitori occidentali
Apprezzati dai grandi della Terra, esportati in mezzo mondo, i rossi georgiani e moldovi fanno gola anche agli investitori internazionali. Ma la Russia li ha banditi. Per motivi politici


Quando la regina Elisabetta II ha assaporato l'inconsueto bouquet del Negru de Purcari, ne è rimasta talmente colpita che ha deciso di far ordinare a Buckingham Palace ogni anno diverse casse del rosso della Moldova meridionale. E quando Stalin voleva rilassarsi dopo una dura giornata al Cremlino non trovava nulla di meglio che aprire una bottiglia di Khvanchkara, un rosso semidolce della natia Georgia.
I vini moldovi e georgiani, apprezzati dai grandi della Terra, oggi sono esportati in mezzo mondo e fanno gola agli investitori occidentali (numerosi gli italiani), eppure stanno vivendo un momento di crisi profonda.
Motivo: la Russia, il loro mercato principale, ha deciso di boicottarli.

Con il pretesto che conterrebbero pesticidi e metalli pesanti, le autorità di Mosca ne hanno vietato le importazioni, dando inizio alla prima guerra del vino. La ragione è politica: dietro il niet di Mosca, è opinione diffusa, si nascondono sanzioni contro la svolta filoccidentale delle due ex repubbliche dell'Urss. «Il vino georgiano è stato punito per la nostra libertà e per le nostre aspirazioni democratiche» ha dichiarato il presidente georgiano Mikhail Saakashvili.

Ai tempi sovietici Moldova e Georgia erano due feudi della potenza moscovita. Ed erano considerati i «vigneti dell'Urss».
In Moldova esiste la più grande cantina-museo del mondo, Cricova: situata 70 metri sotto terra, si estende lungo 120 chilometri di tunnel con volte a botte dove invecchiano 1 milione e mezzo di bottiglie.

Pezzo forte della raccolta, la collezione di Hermann Göring, sequestrata dall'Armata rossa nel '45 a Berlino. Nel '91, le due repubbliche hanno ottenuto l'indipendenza. Nella galassia post-sovietica è mutato tutto, ma non le abitudini alcoliche.
E la Georgia ha continuato a vendere l'80 per cento della sua produzione di vino, principale voce dell'export, alla Russia.
Ancor più dipendente la Moldova, le cui esportazioni (l'86 per cento delle quali finiva in Russia) erano pari al 20 per cento del suo pil. Tutto ciò fino al marzo 2006, quando Mosca ha decretato l'embargo.

Secondo il governo moldovo, è stato un atto di ritorsione contro il regime doganale introdotto il 3 marzo 2006, che impone alle società della Transnistria, repubblica separatista filorussa, di pagare le tasse doganali alla Moldova.
«Il nuovo regime ha di fatto costretto oltre 200 società transnistriane a registrarsi in Moldova e ha portato alla creazione di un organismo della Ue che controlla la frontiera fra Transnistria e Ucraina» spiega Paolo Sartori, ufficiale di collegamento Interpol in Romania e Moldova.
Mossa che, ostacolando i traffici (soprattutto illeciti) di Tiraspol, città guida della Transnistria, ha messo in ginocchio l'economia dell'autoproclamata repubblica, facendo crollare il pil del 15 per cento.
E Mosca, che ha assunto il ruolo di tutore di Tiraspol, ha punito la Moldova bandendo il suo import.

Quanto alla Georgia, le relazioni con Mosca con Chisinau si sono deteriorate a causa della presenza di truppe russe e del sostegno del Cremlino alle regioni separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud.
Il risultato delle sanzioni è stato disastroso: nei primi otto mesi del 2006 l'export della Moldova è crollato del 35,4 per cento.
E il Fondo monetario internazionale ha stimato che in Georgia ridurranno la crescita del pil a meno dell'1 per cento nel 2006-2007.
Panorama.

cara intense ormai la Russia parte con sanzioni economiche ogni volta che qualche paese osa dirgli di no su qualcosa,adducendo sempre motivi "igienici" o sciocchezze del genere.
la Polonia non ha accontentato Putin e lui ha decretato il blocco della carne polacca,tuttora in vigore.
la Polonia ora ha deciso di usare il suo diritto di veto contro la Russia riguardo ai rapporti Unione europea-Russia...

POLISH PRESIDENT WANTS 'EQUALITY' IN RELATIONS WITH RUSSIA...
President Lech Kaczynski said in a November 15 interview in the Warsaw daily "Dziennik" that Poland is justified in blocking any move by the EU to launch talks on a new EU-Russia partnership agreement, dpa reported . He stressed that Russia must observe "equality and genuine partnership" if it wants good relations with Poland. He argued that "Poland must take a decisive stand. Only in this way will it be allowed to defend its interests." Kaczynski noted that as long as Russia maintains its current embargo on Polish meat and plant products, it is violating its obligations to the EU. As a consequence, either Russia must lift its ban, or the EU must impose similar sanctions against Russia, he added. RIA Novosti said in a commentary on November 15 that Poland is concerned primarily about its food exports and is using the energy issue to "blackmail" Russia. Poland maintains that Russia imposed the food ban for political and not for hygienic reasons, as Moscow claims

la Lituania ha venduto la sua grande raffineria,non alla societa' russa che la voleva,ma a una societa' di altro paese e la Russia ha immediatamente bloccato le forniture energetiche,adducendo la necessita' di operazioni di manutenzione....

http://www.sptimes.r...;story_id=19373

l'ultima vittima e' la Lettonia,hanno fatto girare le scatole a Putin e lui ne ha inventata un'altra...il pesce in scatola lettone ora danneggia la salute dei russi.

http://www.leta.lv/e...75-1FC340CB50D6


di questo passo i russi diventeranno il popolo piu' sano al mondo,solo che a malapena avranno qualcosa da mangiare e da bere...
la politica mafiosa del padrino Putin continua...





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