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Assistenza sociale Giovanile in Moldova


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Questa discussione ha avuto 1 risposte

#1 Guest_Seborga_*

Guest_Seborga_*
  • Ospite

Inviato 07 October 2006 - 01:24:08


Assistenza  sociale Giovanile in Moldova


Il sistema di protezione sociale in Repubblica di Moldova possiede due componenti principali:
- il sistema delle assicurazioni sociali, basato sui contributi dei datori di lavoro e degli dipendenti (?)
- programmi di assistenza sociale e sevizi specializzati per la protezione delle fasce più vulnerabili della società.
Rispetto al PIL, le spese pubbliche per questa rete di sicurezza sociale sono diminuite del 50% a partire dal 1997, mentre le persone estremamente povere sono circa la metà di tutti i  beneficiari di questo sistema. Il grado di vulnerabilità è in crescita. Il sistema di assistenza sociale non garantisce un supporto efficace alle famiglie con bambini. In Moldova, esistono oltre 25.000 famiglie numerose (con tre e più bambini), rappresentando il 2% sul numero totale di famiglie. La legislazione nell’ambito dell’assistenza ai bambini assicura diversi aiuti, però i sussidi sono troppo bassi: 3-10 USD al mese per ogni bambino delle famiglie numerose e bambini con handicap.
A causa della migrazione, circa 23000 bambini sono rimasti privi della cura dei ambedue i genitori, due di loro su tre sono femmine. Una recente ricerca, dove sono stati intervistati 1844 bambini di 25 località rurali, ha rilevato che 81% dei bambini avevano almeno un genitore che lavorava all’estero.

La vulnerabilità in Moldova
- 4 bambini su 10 d’età fino ai 10 anni vivono in povertà estrema
- quasi 370.000 persone (10% sulla popolaziome) hanno abbandonato il paese in cerca di lavoro, lasciando circa 23.000 bambini privi della cura dei ambedue i genitori
- il numero totale di bambini con handicap è in continuo aumento
- 13.500 bambini si trovano in istituti residenziali e il loro numero aumenta ogni anno di 2%
- Nel 2003 sono stati registrati 3.681 bambini che vivono sulla strada – un aumento di 40% rispetto al 2002
- Nel 2003 il numero dei giovani disoccupati di età tra i 16 e 29 anni era di 28.000 essendo quasi la metà del numero totale di tutti i disoccupati
- Oltre  i 80% sulle vittime identificate del traffico umano hanno dichiarato di essere stati vittime di violenza in famiglia
- Solo i 6% dei bambini privi della cura dei genitori usufruiscono dei servizi di assistenza famigliare e comunitaria (?)
All’inizio dell’anno 2001, 13.500 bambini erano istituzionalizzati (=accolti negli istituti) esclusa la Transnistria per la quale non si dispone di dati. Quasi tutti questi bambini sono in età scolastica (7-17 anni) e due su 3 sono maschi. Circa la metà di tutti questi bambini sono stati portati nelle istituzioni dai genitori. I principali motivi invocati sono : malattie o handicap (36%), la povertà (27%), il decesso di un genitore (16%), problemi famigliari (8%). Benché gli aiuti economici ricoprono circa il 70% dei costi necessari per il funzionamento di questi istituti, le risorse per l’istruzione professionale dei bambini sono molto limitate. La qualità inadeguata dell’assistenza e dell’educazione comporta l’emarginazione di questi bambini sul piano sociale e mette in pericolo la loro futura capacità di trovare un lavoro decente e di integrarsi pienamente nella società. I bambini cresciuti negli istituti, specialmente le femmine, si confrontano con vari rischi sociali e sono 10 volte più vulnerabili al traffico di esseri umani. Questi preoccupazioni sono state menzionate anche dal Comitato per i Diritti dei Bambini il quale ha sollecitato azioni urgenti per lo sviluppo delle alternative all’istituzionalizzazione, basate sulla famiglia.
In seguito all’abuso e alla trascuratezza, i bambini spesso abbandonano le loro famiglie per andare a vivere in strada. Secondo il Ministero degli Affari Interni, nel 2003 vi erano 3.681 bambini che vivevano e/o lavoravano in strada. La maggior parte di loro hanno dove vivere, ma trascorrono il loro in strada mendicando (45%), lavorando (17%), rubando (15%) o essendo coinvolti in piccole vendite (9%). I bambini rimasti senza la cura dei genitori migranti e quelli con handicap fisici sono particolarmente vulnerabili di fronte al rischio di essere sfruttati per mendicare. Il numero di casi registrati delle più grave forme di lavoro minorile è aumentato di 2,5 volte tra il 2001 e 2004, e dall’inizio del 2003 sono stati aperti 260 casi di procedimenti penali di questo genere. I bambini lavorano nei campi e a casa nel corso dell’intero anno. Benché il loro lavoro non ha un carattere continuo o non ha la stessa intensità durante l’anno, devono eseguire ogni giorno diversi compiti. Sui 145 bambini d’età scolastica inclusi in uno studio riguardante i lavori minorili nelle zone rurale, 1 su 3 ha dichiarato che i genitori lo obbliga a lavorare, invece 2 su 3 hanno confessato di essere puniti se non riescono ad eseguire i lavori o lo compiono male. Essendo implicati in attività che non corrispondono alla loro età, i bambini sono vittime di diversi traumi fisici e allergie.
Il Ministero dell’Educazione stima che circa 16.000 bambini di età scolastica hanno disabilità (handicap) di varia gravità. La maggior parte di loro non frequenta la scuola, mentre quasi 5000 frequentano le scuole residenziali speciali. La maggior parte di loro sono curati al domicilio. Molti edifici e spazi pubblici non sono accessibili per i bambini disabili e quindi sono esclusi dalla società. L’atteggiamento generale della società è che questi bambini ricevono le cure migliori negli istituti residenziali.
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, nel 2004 il numero dei disoccupati ha superato 116.000 persone, con una diminuzione del 0,3% rispetto al 2003. La disoccupazione è più frequente tra gli uomini (60,2%) rispetto alle donne ed è più alta nelle città (66,2%) che nella campagna. Nel 2003 erano registrati 28.000 giovani disoccupati d’età tra 16 e 19 anni, rappresentando circa 46% del numero totale di disoccupati. Tra i giovani disoccupati non esistono differenze evidenti, ciononostante le donne trovano con più difficoltà un impiego rispetto agli uomini perché sono percepite come persone più “costose” a causa del loro ruolo di partorire e alleviare i bambini. La disoccupazione e la povertà porta a dei comportamenti di vita malsani tra cui l’abuso d’alcol, di droga, fumo e sesso non protetto.
Il fenomeno della migrazione ha lasciato gli anziani privi della protezione da parte della rete di assistenza e servizi sociali oppure ha attribuito loro il difficile compito di allevare i nipoti piccoli per tanti anni, dopo la partenza dei propri figli. I sistemi sociali esistenti non garantiscono uguaglianza e solidarietà e neanche il sostegno per le persone anziane. I sistemi di supporto formale ed informale e le reti di protezione per gli anziani hanno bisogno di essere consolidati per evitare ed eliminare tutte le forme di violenza e discriminazione verso di loro.
La Moldova è divenuta una delle principali paesi d’origine nel traffico di esseri umani. Questo è dovuto specialmente alla crisi economica, al fallimento del sistema di protezione sociale e la separazione delle famiglie in seguito alla migrazione.
Considerando che il 10% della popolazione lavora all’estero e un numero sconosciuto di persone vi lavorano illegalmente, molti di loro diventano vittime delle organizzazioni criminali. Gli unici dati disponibili e sicuri che riguardano il numero delle vittime della tratta, incluse le vittime del traffico di bambini, provengono dal centro di riabilitazione dell’OIM per le vittime del traffico. Nel periodo tra il 2000 e 2004, il Centro ha identificato e assistito 1452 vittime della tratta. Secondo le statistiche citate sopra, 21% delle vittime del traffico erano bambini (di età entro i 18 anni) nella tappa iniziale del traffico, 11% erano bambini nel momento della prima assistenza. La maggior parte delle vittime sono molto giovani, 60% avevano l’età tra i 18 e 24 anni nel momento in cui sono state identificate e rimpatriate in Moldova. 35% delle vittime sono madri e quasi l’80% elle vittime sono madri soli (ragazze-madri, separate, divorziate, vedove). 20% delle vittime sono ritornate in Moldova in stato di gravidanza. La Moldova è il paese con il maggior numero di madri trafficate nella zona. L’ONG internazionale “La Strada” stima che tra 35 e 50% delle vittime che contattano organizzazioni di sostegno in tutta l’Europa provengono dalla Moldova. Il Comitato per il Diritto dei Bambini ha rimarcato con profonda preoccupazione l’ampiezza di traffico di ragazze dalla Moldova. I dati del Cento per minori di Mosca stima che più della metà dei minori sulle strade della capitale russa sono moldavi. In base alla valutazione della situazione, sono stati identificati 3 problemi-chiave, che impediscono gli abitanti della Moldova usufruire dei loro diritti alla protezione sociale: specialmente i bambini in situazioni di rischio,
- I bambini separati dai genitori;
- Violenza, abusi, trascuratezza ed sfruttamento;
- Le persone disabili e/o portatrici di handicap, escluse dalla società (emarginate)

Negli ultimi anni sono stati fatti dei tentativi di integrazione dei bambini con necessità speciali d’istruzione nel sistema educativo generale. Alcuni presidi di scuola generale invece oppongono resistenza nell’accogliere i bambini con handicap e non sono stati formati nel presentare le materie. Allo stesso tempo i genitori esitano ad iscrivere i figli disabili nelle scuole normali per paura di essere stigmatizzati. L’assenza di un sistema di identificazione precoce delle inabilità, l’assistenza di riabilitazione insufficiente e la scarsa cooperazione tra i professionisti dell’ambito sanitario, gli operatori sociali e le scuole, contribuisce ala perpetuazione della discriminazione, in totale contraddizione con il Piano d’Azione di Dakar. Il Comitato per i Diritti del Bambino ha sottolineato gli sforzi troppo modesti per inserire questi bambini ne sistema scolastico generale e nella società.


#2 Cristal

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Inviato 07 October 2006 - 11:21:09


Ma quesato è il documento che ho tradotto qualche mese fa?
mi sa che dovresti mettere la fonte, cioè da dove è stato preso e di che anno sono i dati. ;)

be', ci sono degli errori, ma si capisce lo stesso.



Immagine inviata


www.mondodeicolori.net

L'anima di una persona sta nascosta nello sguardo, per questo abbiamo paura di guardarci negli occhi. Jim Morrison





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