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Sanatoria in settembre per colf e badanti - L'Arena


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#91 XCXC

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Inviato 11 June 2010 - 16:01:35


Immigrazione: il Tar smentisce la Prefettura di Trieste sulla sanatoria per colf e badanti

di Redazione [1] Immagine inviata

Una sentenza del TAR Friuli Venezia Giulia ha messo in dubbio la correttezza delle politiche seguite dalla Prefettura triestina per la Sanatoria per colf e badanti del 2009.
Il Tribunale è stato chiamato a pronunciarsi sulla concessione della sospensiva al decreto d’espulsione comminato a Ibrahima Faye, un lavoratore senegalese che aveva cercato di regolarizzare la propria posizione aderendo alla santoria del 2009. Provvedimento che è stato ben presto ribattezzato “sanatoria-truffa”, visti i criteri sorprendentemente restrittivi adottati da una manciata di prefetture, fra cui quella del capoluogo Immagine inviatagiuliano.

In sostanza, secondo i funzionari triestini, il mancato ottemperamento a un vecchio decreto d’espulsione sarebbe sufficiente a bloccare l’intero processo, determinando l’espulsione o il rientro in clandestinità del lavoratore straniero.
Un’interpretazione che non riesce a convincere il TAR, almeno per il momento. Va infatti ricordato ancora una volta che il Tribunale, ieri, non si è pronuciato sul merito della questione, ma solo sull’opportunità di concedere la sospensiva del provvedimento d’espulsione. Tuttavia, sono emersi dei giudizi interessanti- per quanto non definitivi- sul cuore del problema.

Nella sentenza infatti si legge: ” [...] in questa sommaria fase di deliberazione, il ricorso appare assistito da sufficienti elementi di fumus boni juris, in relazione ai motivi di ricorso, con cui si eccepisce la non riferibilità del reato per il quale il ricorrente ha subito una condanna (“clandestinità, di cui all’art. 14, comma 5, del D.Lg 286/98) a quelle ostative all’emersione di cui alla L. 102/09, poiché non rientra nella previsione dell’art. 381 c.p.p.- in quanto trattasi di reato ad arresto obbligatorio e non facoltativo- e neppure nell’art. 380, perchè la pena edittale è inferiore a quelle ivi previste, ed il reato non rientra tra quelli considerati nominativamente dalla disposizione”.

Traduzione libera: pare proprio che l’interpretazione della Prefettura presenti lacune importanti, perchè né Immagine inviatal’art. 380 né il 381 del Codice Penale, a cui i funzionari triestini si erano appellati, trattano del reato contestato. Una motivazione che accoglie in pieno le critiche sollevate già diversi mesi fa da numerosi giuristi ed esperti del settore, fra cui Gianfranco Schiavone.

Ibrahima Faye- e presumibilmente tutti gli altri lavoratori che si trovano nella sua stessa posizione in FVG- non potrà essere espulso senza che prima un tribunale abbia esaminato il suo ricorso. Un diritto elementare che però, a quanto pare, non gli si voleva concedere. E forse, viste le motivazioni della sentenza, non è nemmeno difficile intuire le ragioni di questa fretta.

La questione non è certo chiusa qui, né si può dire con certezza che i lavoratori stranieri interessati dal procedimento riusciranno per un po’ a dormire sonni tranquilli. Il clima è quello che è: basta pensare a quanto accaduto la settimana scorsa, quando due lavoratori in una posizione analoga a quella di Ibrahima Faye sono stati prelevati a casa propria e internati per 12 ore negli uffici del commissariato di San Sabba. Lì- secondo quanto filtrato dagli ambienti dei datori di lavoro- hanno trascorso l’intera notte su un tavolaccio in legno, senza che gli fosse nemmeno offerto qualcosa da mangiare.

Immagine inviata

venerdì 11 giugno 2010



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#92 XCXC

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Inviato 11 June 2010 - 19:07:45














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#93 sergio3

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Inviato 08 September 2010 - 03:37:03


In aumento l'esercito delle badanti e delle colf

Nel Varesotto continua a crescere la richiesta di queste figure professionali che arrivano soprattutto dai Paesi dell’Est: arrivano soprattutto da Ucraina, Russia e Moldavia.

Un boom di regolarizzazioni
7 settembre 2010-
Un lavoro che non conosce crisi: quello di colf e badanti.
Nel Varesotto continua a crescere la richiesta di queste figure professionali che arrivano soprattutto dai Paesi dell’Est.
Un vero e proprio boom. Il motivo è duplice.
Da un lato gli anziani sono sempre di più. In provincia di Varese hanno toccato quota 177.071, un quinto della popolazione. I varesini che hanno superato i 74 anni sono circa 84mila, mentre coloro che hanno più di 84 anni sono oltre 22mila.



Dall’altro, le strutture in grado di accogliere persone non autosufficienti sono poche e, per molti cittadini, troppo costose.
E così, in tempi di carovita, tra bollette di luce e gas sempre più salate, mutui alle stelle e rincari in diversi settori che pesano come un macigno sulle tasche dei varesini, tante famiglie non possono permettersi né di rinunciare al lavoro per assistere i propri cari e nemmeno di mandarli nei centri di cura o in case di riposo. (nota personale: non sempre sono i più cari: le nuove strutture costano1000 € al mese)
Preferiscono affidarli all’assistenza di persone che operano a domicilio.
La preoccupazione maggiore tra coloro che devono far accudire un familiare da estranei è quella di trovare una persona qualificata che possa far fronte anche a dei piccoli interventi di pronto soccorso.
Al secondo posto vi è la necessità di trovare una badante referenziata per affidarle un compito delicato e di fiducia.

Nonostante i timori, quello di colf e badanti, è un settore tutto in rosa che non si trova a fare i conti con il difficile momento dal punto di vista occupazionale.
Il lavoro, infatti, non manca e a testimoniarli ci sono i numeri.
In continua crescita. Nel Varesotto le colf e le badanti straniere sono più di 9mila. Arrivano principalmente dall’Ucraina, dalla Moldavia, dalla Russia e dalla Bulgaria.
Ma anche, seppur in numero decisamente inferiore, dall’Asia, dal Centro e Sud America e dall’Africa.
La maggior parte ha tra i 35 e i 45 anni.
Non mancano le giovanissime, ma anche coloro che hanno superato i 50 anni. Secondo i dati contenuti nell’ottavo rapporto sull’immigrazione straniera in provincia di Varese, ricerca realizzata dall’osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità in collaborazione con Villa Recalcati,(la Prefettura di Varese) le badanti regolari nel Varesotto sono circa il 5%. A conti fatti sono poco più di 3mila, considerando che gli stranieri in provincia di Varese sono circa 60mila.
Le colf sono il 10,5% (le domestiche straniere fisse il 5%, quelle che lavorano part-time sono il 5,5%), ovvero poco più di 6300. Un vero e proprio “esercito”.

Non è tutto. C’è un altro dato che mette in luce quanto queste figure professionali siano richieste in provincia.
La prefettura di Varese ha ricevuto, da quando è partita la sanatoria - ovvero da settembre 2009 ad oggi - oltre 4800, per la precisione 4832, domande di regolarizzazione del contratto di lavoro per colf e badanti. Di queste, circa l’85%, ha avuto risposta, il 77,2%, 3.729 richiedenti, ha firmato il contratto, mentre l’8% (poco meno di 400 richieste) ha avuto esito negativo per motivi legati a reati connessi in precedenza. Il 10,3% (502 domande) è ancora in attesa di una risposta da parte della autorità competenti.

di Eleonora Mantica
*******************************

Purtroppo nonostante questi dati sono poche le Famiglie che regolarizzano le Badanti con un vero e proprio contratto di lavoro--Mi dò da fare a convincere quelle famiglie che sono piuttosto restie a stipulare contratti con minacce (benevoli) a denunciarle per irregolarità--hanno paura di questo--gioca purtroppo molto l'ignoranza dei Figli nel conoscere le regole e anche i vantaggi che porta alla totale regolarizzazione: si perdono per 100 € al mese--



Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere


#94 XCXC

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Inviato 27 February 2011 - 17:28:03


Immigrati illegali, ora si può fare ricorso
La nuova sentenza del Consiglio di Stato


Anche gli immigrati irregolari condannati per non aver rispettato l'ordine d'espulsione dall'Italia possono chiedere la regolarizzazione. La sanatoria varata nel 2009 dal governo consentiva la regolarizzazione di colf e badanti, attraverso una dichiarazione d'emersione, accompagnata al pagamento di 500 euro

ROMA - Si allargano le maglie della sanatoria 2009: anche gli immigrati irregolari condannati per non aver rispettato l'ordine d'espulsione dall'Italia possono ricorrere alla regolarizzazione. L'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha accolto, infatti, il ricorso di un lavoratore straniero escluso dalla sanatoria per colf e badanti. E' l'ennesima falla, che si apre nella linea dura imposta dal Viminale.

Un passo indietro. La sanatoria varata nel 2009 dal governo consentiva la regolarizzazione di colf e badanti, attraverso una dichiarazione d'emersione, accompagnata al pagamento di 500 euro. Quante domande sono arrivate? 294mila, dal primo al 30 settembre 2009. La procedura però non è filata liscia. Come denunciato da Repubblica 1, infatti, ogni questura ha interpretato a modo sua la sanatoria. Nessun problema per tutti quegli immigrati con un semplice decreto d'espulsione alle spalle. Le cose cambiano, invece, per quei lavoratori extracomunitari espulsi, trovati di nuovo sul territorio italiano e condannati per non aver appunto rispettato l'ordine d'allontanamento impartito dal questore. Questi ultimi possono o no essere regolarizzati? Dipende da dove si è presentata la domanda. Alcune questure hanno negato la sanatoria (come quelle di Trieste, Rimini e Perugia), altre invece l'hanno consentita.

La circolare del Viminale. Una situazione a macchia di leopardo, che ha indotto il ministero dell'Interno a chiarire ciò che prima chiaro non era. Con la circolare spedita il 17 marzo 2010 a tutti i questori, il capo della polizia Antonio Manganelli ha sposato la linea dura già adottata da alcune questure: chi ha avuto una condanna per inottemperanza al provvedimento d'espulsione non può perfezionare la procedura di regolarizzazione. La fattispecie prevista nell'articolo 14, comma 5 ter, della Bossi-Fini infatti prevede la reclusione da uno a quattro anni e quindi rientra tra quei reati per i quali è proibita la regolarizzazione. La circolare di Manganelli contempla anche delle eccezioni a questo divieto di sanatoria. Ma il giro di vite rimane e chi - in buona fede - ha presentato domanda di regolarizzazione di un immigrato espulso e condannato si vede così beffato.

Il Consiglio di Stato. A quasi un anno dalla circolare del Viminale e dopo decine di ricorsi ai Tar, il 25 febbraio 2011 l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha accolto un appello cautelare di Cheikh Iba Seck, la "cui domanda di emersione dal lavoro irregolare era stata dichiarata inammissibile in ragione della condanna riportata da quest'ultimo per essersi trattenuto illegalmente nel territorio dello Stato, in violazione dell'ordine impartito dal questore".

Una questione complessa. L'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha "preso atto della complessità della questione sottopostale e della connesse difficoltà interpretative" e "ritiene che, tenuto anche conto della natura cautelare del provvedimento appellato, sia necessario attendere che l'esame dei profili di diritto sia affrontato nella rituale sede di merito dinanzi al giudice di primo grado, cui la questione viene rimessa". Tradotto: l'appello di Cheikh Iba Seck viene accolto, viene sospesa la decisione di escluderlo dalla sanatoria e il caso viene rinviato al Tar per l'esame di merito. Una vittoria, seppure parziale, per i chi si considera "truffato" dalla sanatoria, che rimanda però ai vari Tar per la risoluzione dei singoli casi.
(26 febbraio 2011)



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