liliana, su 21-Jun-2009 23:42, dice:
Carta e penna …
cercherò di esprimere ciò che non riesco a fare parlando con le persone, lo so che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma a volte questo tipo di ragionamento è sbagliato,anzi pensare cosi e un errore gravissimo.
Siamo in tanti,con tante idee,il ragionamento varia da persona a persona, ma la cosa che spesso noto che la maggior parte delle persone,pensano e ragionano praticamente allo stesso modo, l’unica cosa che li differenzia sono i sinonimi che usano quando cercano di esprimersi, senza rendersi conto che fanno parte di un grande gruppo.
La cosa peggiore è che non puoi neanche dirgli : “guarda, che come te la pensano in tanti” infatti questa espressione non è un complimento, almeno secondo me, non la si può interpretare come un complimento, nel momento in cui lo si dice, ci si deve rendere conto che in quel momento si viene a toccare l’Io della medesima,secondo il suo ragionamento:
il suo pensiero deve essere unico….insomma qui esce fuori una sorta di egoismo.
A proposito di egoismo, mi sa che qui si va a toccare un tasto dolente, molto dolente,
Chi di noi si sente egoista ed è pronto ad ammetterlo? Nessuno; tutti noi tendiamo a proclamarci buoni e pronti ad aiutare il prossimo, senza trarre dei benefici. Sarà davvero cosi? Mi sono fatta spesso questa domanda. Personalmente sto ancora cercando una risposta valida o almeno che rispecchi un pò ciò che gli altri sostengono.
Mi rendo conto di aver aperto un capitolo abbastanza complesso ma si può discutere,anzi si deve discutere.
Io, tutto questo trambusto, lo chiamo finto buonismo, perché finto vi chiederete?
Vi rispondo in modo semplice: perché non lo fate con il cuore. Essere buoni non è facile perché è come giocare alla roulette russa,
essere buoni vuol dire rischiare, sì, rischiare esattamente, avete capito bene…
che sia chiaro però, io non parlo di quella sorte di bontà andando in chiesa e facendo la carità con 10 centesimi,girandoti qualche istante dopo e andando a casa, sedendoti a tavola davanti a un buon pasto e spettegolando sulla vita dei tuoi parenti. Aiutare una persona significa ben altro,
significa darli calore,umanità,amicizia standogli vicino,insomma donargli l’anima ed il cuore,ascoltare ciò che ha da dire e soprattutto capire ciò che vuole dire,capire il senso delle parole che gli escono dalla bocca,il suo dolore oppure la sua gioia,le vari emozioni,non è facile ma sono tutte cose importanti, in giorno d’oggi è difficile incontrare una tale persona, è più facile però incontrare un individuo che dal tuo dolore oppure dalla tua gioia ne tragga un beneficio per se stesso, anzi degli esseri del genere se ne trovano ad ogni angolo,tutti sono pronti ad approfittare di tutto, e allora la fiducia scompare diventando cosi una sorte di scudo protettivo,ogni giorno che passa diventa più forte e a volte anche pericoloso,vedere nemici ovunque non è una cosa conveniente per una società.
Liliana.
Ciao Liliana,
hai messo la penna, pardon il ditto nella piaga.
Molto interessante quelo che scrivi.
L'uniformità del pensiero della gente è il grande male di oggi.
Questo si spiega nella paura di non essere accettati.
L'omologazione fà parte della società moderna, cominciano i ragazzi delle compagnie che si vestono tutti uguali, portano i capelli tutti uguali, parlano in modo tutto uguale, sino ad arrivare agli adulti che scimiottano i loro figli e le pubblicità televisive.
Il diverso non viene accetato, viene emarginato, non viene più valutata la personalità, l'originalità.
Se non sei come noi sei contro di noi, siamo il branco e questo purtroppo vale anche tra gli adulti.
Questa regola è diffusa per lo più tra le persone mediocri, per quelli che curano solo l'apparenza o non sono capaci di vivere sino in fondo la loro vita.
L'uomo nasce nella sofferenza e vive per soffrire.
L'egoismo in sè per sè è un sentimento buono.
Chi non ama se stesso non può amare gli altri.
Non confondere l'egoismo con il buonismo, come lo chiami,
sono differenti.
L'uomo è dominato dall'inconscio, tutto passa per lì. La razionalità viene dopo.
Quindi il dolore e la gioia sono sentimenti che alimentano l'inconscio.
Hai mai visto quanta gente sorride ai funerali?
Sono più contenti che ai matrimoni, perchè l'emozione che dà un funerale
è superiore e l'inconscio se ne abbevera con entusiasmo.
La fiducia che diamo agli altri parte sempre dal nostro inconscio.
Anche qui speriamo di trarne sempre un vantaggio, cose semplici come
un sorriso, una gratificazione ci serve per alimentare questa fame inesauribile.
Ci sarebbe da discutere ulteriormente sui sensi di colpa, che che più chi meno, tutti noi abbiamo, ma bisognerebbe aprire ul altro topic.
In conclusione l'uomo essere imperfetto è dominato dall'inconscio e tutto
avviene in funzione di esso.
Tutto quello che facciamo, bene o male, ci dà emozioni che lo alimentano.